Spazio

Le sorprese di Marte

Pianeta Marte

Negli ultimi 50 anni le missioni verso Marte, il Pianeta rosso, sono state sempre sostenute dalla comunità scientifica. Ancora oggi Marte stupisce per la sua affascinante storia e conformazione.

Il Programma Mars Exploration Rover della NASA ha inviato due rover alla volta di Marte. I rover sono delle sonde in grado di muoversi sulla superficie del pianeta. Scopo della missione era studiare la composizione del terreno e la presenza di possibili tracce di acqua.

Rover MER

Le due sonde gemelle Spirit (denominazione ufficiale MER-A) e Opportunity (MER-B) furono lanciate nell’estate del 2004. Arrivarono a destinazione come previsto nel gennaio 2005. La durata ufficiale della missione di Spirit doveva essere di 90 sol. Un sol corrisponde ad un giorno marziano e dura 24 ore e 37 minuti terrestri. Giunti al novantesimo giorno, viste le ottime condizioni del rover, si decise di estenderla fino a settembre 2004. Giunti a settembre 2004 con uno Spirit in perfette condizioni la missione venne prolungata fino a data da destinarsi. Il rover mantenne pressoché piena funzionalità fino al 1 maggio 2009. Si insabbiò in una zona composta da solfato di ferro idrato. Questo sale del ferro è caratterizzato da un attrito molto basso e impedisce alle ruote di fare presa col terreno.

C’è acqua su Marte?

Dopo otto mesi di inutili tentativi di liberarlo, il 26 gennaio Spirit è stato riqualificato come stazione di ricerca fissa. È stato operativo per 2161 sol (poco più di sei anni) di attività, 24 volte di più del previsto. È riuscito ad esaminare decine di rocce marziane, trovando anche tracce della precedente esistenza di acqua liquida. Diverse missioni hanno suggerito un passato diverso di Marte. Fin dalle prime missioni di esplorazione erano evidenti indizi che ci porterebbero a descrivere Marte come un pianeta ricco di fiumi e di oceani, e di vita. La stessa missione MER ha riconosciuto, tra le rocce esaminate, l’ematite, un minerale che si forma solo in presenza di acqua. I due rover hanno inoltre osservato formazioni sedimentarie che possono essere provocate solo dall’azione di un liquido.

Nel 2002 Mars Odyssey ha “fiutato” nel sottosuolo marziano idrogeno, componente essenziale dell’acqua. Poi nel 2005 lo strumento italiano MARSIS della sonda dell’Agenzia Spaziale Europea Mars Express ha individuato uno strato di mille metri di ghiaccio tra gli 1,5 e i 2,5 Km sotto la superficie del pianeta. Senza contare che nel 2006 la sonda Mars Global Suveyor ha fornito prove fotografiche di acqua che a tutt’oggi sgorga dalla superficie per poi evaporare o ghiacciare. La prova “materiale” della presenza di acqua si è avuta il 1° Agosto 2008, quando la sonda Phoenix ha confermato la presenza di acqua ghiacciata sulla superficie. Nell’ottobre dello stesso anno la stessa sonda ha rilevato neve nelle nuvole marziane.

Tutte queste ipotesi avvalorano la teoria secondo la quale l’indebolimento del campo magnetico, che funge da “scudo” contro il vento solare, abbia permesso a quest’ultimo di spazzare letteralmente via l’atmosfera marziana, causando quindi l’evaporazione dei fiumi e dei mari.

Vita su Marte?

Le missioni correnti stanno anche valutando la possibilità di presenza di forme di vita, prevalentemente batteriche, sulla superficie del Pianeta Rosso. Nel 1996 una meteorite di provenienza marziana (denominazione ufficiale Allan Hills 84001) è stato rinvenuto in Antartide. Furono osservate strutture associate, per la loro forma, a resti fossili di batteri, più piccole di qualsiasi forma vivente mai vista sulla Terra. Inoltre furono trovate tracce di vari amminoacidi e idrocarburi. Escludendo la contaminazione della roccia da parte di microorganismi antartici questa sarebbe la prima prova concreta di esistenza di vita su Marte. Si è osservato inoltre che la roccia si è formata in un periodo durante il quale era presente acqua sulla superficie. Questo avvalora ancora di più l’ipotesi dell’antica esistenza di fiumi e oceani sul suolo marziano. Tuttavia parte della comunità scientifica ritiene che le strutture siano invece formate da processi di tipo non biologico.

Monte Olympus

Nel 2004 Mars Express ha individuato metano nell’atmosfera del pianeta. Questo gas può persistere nell’atmosfera solo per poche centinaia di anni. Una teoria è che il gas sia prodotto da batteri estremofili (cioè adatti alla vita in condizioni estreme). Un’altra possibilità è che la presenza di acqua nel sottosuolo marziano darebbe inizio ad un processo di trasformazione di un tipo di roccia (olivina) che potrebbe rilasciare abbastanza metano da essere rilevato dalle sonde. La terza ipotesi è che su Marte sia presente un’attività geologica e vulcanica non ancora identificata. Sul pianeta è infatti presente il più alto vulcano del sistema solare, Olympus Mons, alto ben 27 Km.

La situazione suggerisce un passato marziano relativamente ricco di vita e di acqua. Di sicuro non avremmo trovato esseri intelligenti ed evoluti, ma solo batteri e altri elementari organismi unicellulari.

Commenti

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.